Da: Marxist-Leninist Organizer
New York,  maggio 2002
(Translated by Teoria & Prassi, n. 7
www.geocities.com/scintilla_mail)

Per un Fronte Unito contro l’offensiva capitalista, per i diritti democratici e contro la guerra!

Gli attacchi dell’11 settembre 2001 hanno intensificato tutte le contraddizioni dell’imperialismo: tra imperialismo e nazioni oppresse, tra le stesse potenze imperialiste e tra i capitalisti e la classe operaia. La guerra che è iniziata con l’attacco e l’occupazione statunitense dell’Afghanistan sta continuando con l’attacco Israeliano all'Autorità Palestinese e potrebbe proseguire con l’invasione USA dell’Iraq. Esponenti del governo hanno parlato di una guerra che durerà più della nostra esistenza. Gli USA stanno portando avanti i loro attacchi ai popoli oppressi in aree distanti come la Colombia o le Filippine, ma principalmente in Medio Oriente e in Asia centrale. Il loro principale obiettivo è il controllo delle risorse gas-petrolifere in questa area, impedendo così il controllo ai loro rivali imperialisti dell'Europa e del Giappone. Durante l’ avanzante crisi economica, la classe dirigente statunitense sta attaccando i salari e le condizioni di lavoro di tutta la classe operaia, e sta seriamente insidiando i diritti democratici, dei quali si è vantata per oltre 200 anni.

Nei paesi imperialisti, ed in particolare negli USA, la sinistra nel suo insieme, ed i gruppi marxisti-leninisti in particolare, sono rimasti limitati, spesso molto limitati, ed isolati, spesso estremamente isolati, dalla classe operaia e dalle nazionalità oppresse. Questo isolamento è più evidente nel momento della sollevazione spontanea delle masse. Per esempio, quando una manifestazione di 40.000 lavoratori edili si trasformò in uno scontro di massa con crumiri e poliziotti nel giugno 1998, la sinistra ha brillato per la sua assenza. E nella prima dimostrazione di massa che si sviluppò dopo l’assassinio di Amadou Diallo nel febbraio 1999, gli appartenenti alla sinistra erano nelle periferie (più evidenti perché erano in grande maggioranza piccolo-borghesi bianchi), cercando di distribuire volantini e giornali alla massa di dimostranti Africani e Afroamericani. In parte questo isolamento è dovuto a condizioni effettive, dato che non c’è ancora una sostenuta ondata nelle masse e nei movimenti rivoluzionari. Ma è anche una questione relativa alle nostre concezioni soggettive, del rifiuto di effettuare i cambiamenti tattici che sono necessari nel nostro lavoro. (Noi siamo tuttora nell’era dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria, il nostro obiettivo strategico è tuttora l’abbattimento dell’imperialismo e l'instaurazione della dittatura del proletariato. Ma le tattiche cambiano con il riflusso e il flusso del movimento; i cambiamenti tattici includono modifiche nella forma di lotta. Questo significa che le questioni tattiche sono importanti).

Il numero di lavoratori o di appartenenti delle nazionalità oppresse che oggi capiscono la necessità della dittatura del proletariato è ancora minuscolo. E' fuori questione che noi dobbiamo consolidare coloro che capiscono ciò e continuare a convincere gli altri a lottare per questo. Ma possiamo, nelle condizioni attuali, lasciare in disparte la grande maggioranza, il 99% o più della classe, che non è ancora pronta a lottare per questo? La risposta dovrebbe essere chiara.

Per un programma per i diritti dei lavoratori e delle nazionalità oppresse

Oggi, mentre le grandi imprese si stanno arricchendo, i lavoratori sono di nuovo colpiti da licenziamenti di massa. Dopo l’11 settembre, circa 100.000 lavoratori a New York, e circa un milione di lavoratori in tutti gli Stati Uniti, hanno perso il loro lavoro. La maggioranza dei burocrati sindacali non ha fatto nulla per questo, a parte qualche comunicato di sostegno dal partito Democratico (o perfino dai Repubblicani). Noi abbiamo bisogno di un programma di lotta contro i licenziamenti così come di sussidi aumentati ed a lungo termine per i disoccupati.

Oggi il popolo lavoratore sta subendo tagli ai servizi sociali, così come la riduzione dei fondi per la scuola pubblica (e una ridotta qualità dell’istruzione, minata dalle chiamate telefoniche per programmi "standard" garantiti e dalla privatizzazione). Ci sono aumenti alle tasse scolastiche e tagli all’educazione pubblica superiore, in scuole statali e comunali come il "Suny" ed il "Cuny". E’ necessario esigere programmi di sviluppo e miglioramento dell’educazione pubblica.

Ci sono tagli ai servizi sanitari, tramite il sottofinanziamento degli ospedali pubblici, l' incremento della compartecipazione alla spesa, la detraibilità, il pagamento dei premi assicurativi, etc. mentre la sanità privata continua a crescere ed a fare profitti. Dobbiamo esigere che il governo e le grandi imprese paghino per il servizio sanitario. Persino nella Cuba rivoluzionaria - che sta soffrendo a causa di oltre 40 anni di blocco e da più di dieci anni di restrizioni di attività commerciali con i suoi precedenti maggiori partners commerciali dell' Unione Sovietica e dell'Europa dell'Est - ci sono migliori servizi sanitari per i lavoratori, un tasso di mortalità infantile inferiore, migliore educazione cosi come altri servizi sociali.

Ci sono enormi incrementi degli affitti, specialmente nelle grandi città (e sono aumentate le ipoteche per quelli che possiedono proprie case e per le cooperative), mentre le grandi immobiliari diventano più ricche. Dobbiamo ottenere un blocco degli affitti (e delle ipoteche), una diminuzione degli affitti a livelli accessibili, ed il rafforzamento della regolamentazione degli affitti. Gli inquilini stanno versando parti sempre più alte dei loro salari nell'affitto; e nei casi più gravi ciò li porta a divenire dei senza casa; ciò porta anche al raddoppio ed alla triplicazione di famiglie ed individui negli stessi appartamenti, al fatto che persone di 30 e 40 anni vivono con i loro genitori finchè non possono permettersi una propria casa, o perfino al fatto che gli strati inferiori della piccolo-borghesia devono sub-affittare per permettersi di pagare l’affitto. La borghesia nordamericana si è sempre vantata che "negli USA ognuno può possedere una propria casa". Oggi questa sta diventando una barzelletta.

Molta gente anziana non può vivere senza l'aiuto dei servizi sociali e non ha entrate supplementari. Molte famiglie, particolarmente quelle gestite da donne sole, non hanno accesso alle facilitazioni pre-scuola o dopo-scuola per i loro bambini. I giovani, che soffrono per la mancanza di un educazione costruttiva, di sports e di altri programmi, sono colpiti dalla cultura dei videogiochi.

Guerra contro i diritti democratici

Usando il pretesto di una guerra in "difesa della libertà" il governo USA sta liquidando le libertà democratiche dentro casa. Il governo sta attaccando gli immigrati, sta minando le stesse tutele costituzionali di libertà di parola, sta spiando le conversazioni private dei sospetti fermati con i loro avvocati, sta facendo prigionieri di guerra deportandoli negli USA e in paesi terzi (anche in paesi dove si occupano basi extraterritoriali senza il permesso del governo, come a Guantanamo Bay, Cuba). Questi attacchi non colpiscono soltanto gli immigrati ma anche cittadini nordamericani, dal momento che il governo sta usando le sue vaste reti elettroniche (come ad esempio Echelon in Scozia e Carnivore negli USA) per ascoltare tutte le telefonate, i fax ed i messaggi elettronici (attraverso i satelliti, etc.). In questo modo sta minando tutti quei diritti che la borghesia statunitense ha sempre proclamato come "caratteristici delle nostre libertà". Noi dobbiamo lottare per salvaguardare ed estendere i diritti che abbiamo, mentre denunciamo la natura limitata dei diritti democratici per i lavoratori in questo sistema, che è la dittatura della borghesia.

Il governo americano può proibire gli scioperi per mezzo di periodi di "raffreddamento" dichiarando emergenze nazionali (come nelle industrie aeronautiche), vietando lo sciopero ai pubblici dipendenti (come con la legge Taylor nello Stato di New York), o può renderli totalmente inefficaci con l’ingiunzione di limitazioni per il picchettaggio, con gli arresti di massa (come a Charleston, in Carolina del Sud), etc. Queste restrizioni possono e devono essere battute, attraverso l’azione delle masse, spesso nonostante e contro le burocrazie sindacali.

Le nazionalità oppresse, Afroamericani, Chicanos, Portoricani, immigrati ed altri, hanno ancora i più bassi redditi (nonostante l’esistenza di un debole strato piccolo borghese), i peggiori alloggi, le più scadenti possibilità educative, meno ospedali ed assistenza sanitaria. Continuano a subire la brutalità dalla polizia, le discriminazioni razziali, etc. L’unità della classe operaia internazionale e delle nazionalità oppresse è la chiave per la formazione di un vittorioso fronte unito.

Tutte queste rivendicazioni e programmi devono essere collegati alla guerra. Noi dobbiamo dimostrare che questa guerra non è la conseguenza degli attacchi dell’11 Settembre, ma è parte della storia di più di 100 anni di imperialismo (capitalismo monopolistico), iniziando dal 1898 con l’occupazione di Puerto Rico, le Filippine, il Guam, l’istituzione di un protettorato su Cuba, fino ad oggi. La guerra attuale è la continuazione della guerra del Vietnam, delle guerre contro l’Iraq e la Yugoslavia e dell’appoggio ad Israele per il mantenimento dell’occupazione dei territori palestinesi. La guerra non finirà in Afghanistan.

Noi dobbiamo continuare ad evidenziare il legame tra l’inasprirsi degli attacchi alla classe operaia americana e la guerra. Questo non significa che dobbiamo insistere che tutti coloro che sono coinvolti nelle proteste contro gli attacchi dentro casa devono anche opporsi alla guerra. Dobbiamo dimostrare come questo "patriottismo" viene usato contro gli scioperi dei lavoratori pubblici in Minnesota, come il governo sta usando il pretesto della guerra per proibirli. Dobbiamo dimostrare che stanno facendo di tutto per tutelare i monopolisti miliardari (come le compagnie aeree e le immobiliari), senza fare nulla per i lavoratori di queste imprese, né per quelli che hanno perso il lavoro né per quelli che sono ancora occupati.

Non è sufficiente stilare un programma di rivendicazioni. Dobbiamo avere un combattivo piano di azione ed ottenere qualche successo in queste lotte allo scopo di iniziare a conquistare la classe operaia su questo programma. Abbiamo bisogno di un chiaro piano d’azione nei differenti campi di lavoro, sia per gli scioperi con le occupazioni per impedire di sostituire i lavoratori in sciopero con i crumiri, sia per la mobilitazione degli abitanti della zona per bloccare gli sfratti, etc. Queste sono soltanto alcune possibilità; chiaramente un vero piano d’azione dovrebbe essere sviluppato accuratamente con i lavoratori direttamente interessati. Dobbiamo anche esaminare la lezione delle vittorie e delle sconfitte dall’esperienza dei movimenti spontanei.

Molte di queste idee furono tracciate dal fronte unito contro il fascismo negli anni ‘30. Questo non significa che noi abbiamo già il fascismo negli Stati Uniti. Anche in Germania il fascismo non è arrivato improvvisamente. E’ stato preceduto da un periodo di diversi anni di governi conservatori che hanno preparato la strada al fascismo. (Anche i socialdemocratici non costituivano una barriera al fasciamo. Essi non soltanto si rifiutarono di mobilitare i lavoratori sotto la loro influenza per unirli ai comunisti contro il fascismo; i governi socialdemocratici in Germania - a livello nazionale, regionale e locale - possedevano liste di comunisti che furono rilevate dai fascisti quando presero il potere ed utlizzate per fare retate). Ricordiamo che Hitler fu nominato (non eletto) dal Presidente conservatore Hindenburg. Al fascismo si può arrivare in diverse forme negli Stati Uniti, perfino senza la necessaria costituzione di un partito fascista che prende il potere; ci si potrebbe giungere, per esempio, nella forma di un governo Repubblicano che smantella tutti i diritti democratici, con il supporto opprimente del Partito Democratico, come sta già iniziando ad accadere oggi. Non possiamo aspettare fino all’emergenza del fascismo per avanzare un nostro programma tattico di rivendicazioni per gli interessi fondamentali economici e politici delle masse lavoratrici.

Un programma per il fronte unito non può essere elaborato da un solo partito od organizzazione. Inoltre, all’inizio, non ci potrà essere nemmeno un singolo programma con un insieme unitario di rivendicazioni. Un tale programma deve essere sviluppato e portato avanti in tutte le organizzazioni delle masse lavoratrici, nei sindacati, nelle organizzazioni delle nazionalità oppresse, nei movimenti degli inquilini, nelle organizzazioni dei senza casa e nelle mense per i poveri, tra gli studenti, gli intellettuali progressisti, anche tra le forze religiose progressiste. Questo lavoro dovrebbe comprendere le forze progressiste tra la piccola borghesia, ma il fulcro devono essere gli operai. Senza la partecipazione e la direzione fin dal principio degli operai noi saremmo soltanto la sinistra di altre organizzazioni di attivisti piccolo borghesi. Non abbiamo bisogno di questo. Sarà necessario per un lungo periodo unire le lotte particolari, locali, in un insieme consolidato, in una azione coordinata. Queste lotte devono essere plasmate in un fronte unito contro l’offensiva capitalista, per i diritti democratici e contro la guerra.

Ci saranno molti problemi nella formazione di un tale fronte unito. Uno sarà che i gruppi contribuendo a costruirlo dovranno rompere con il settarismo organizzativo. Essi dovranno lavorare con altri senza preoccuparsi di stare alla direzione. Un esempio positivo di passo avanti per l’unità è stato dimostrato nella manifestazione unitaria di massa delle due coalizioni anti-guerra, ANSWER Internazionale e A20, in Washington, lo scorso 20 aprile. Inoltre, in tale ampia coalizione con persone di diverso orientamento ideologico, saranno espresse idee e metodi pratici di lavoro di tutti i tipi. Alcuni vorranno fare solo lavoro elettorale, altri soltanto proteste pacifiche, mentre altri proporranno tattiche individualiste anarchiche. Spetta ai sinceri rivoluzionari, oggi così pochi e disuniti come siamo noi, spingere un fronte del genere nella giusta direzione, mentre cerchiamo di unirci in questo processo.

Il bisogno di un partito di avanguardia della classe operaia

Lottare per un ampio fronte unito nega la necessità di un partito marxista-leninista d’avanguardia, nega la lotta per la rivoluzione socialista e la dittatura del proletariato? Certamente no. Significa semplicemente che non possiamo chiedere l’ adesione al socialismo ed alla dittatura del proletariato come una precondizione per la formazione di tale fronte, né ideologicamente né organizzativamente.

I sinceri rivoluzionari, attraverso il processo di cooperazione nella costruzione di tale fronte, devono cominciare ad unirsi sulle basi del marxismo-leninismo. A questo riguardo, una vera organizzazione di avanguardia può solo scaturire da elementi marxisti-leninisti, come pure da altri elementi che realmente vogliono mettere fine all’imperialismo, che lavorano e dirigono i movimenti di massa e si uniscono nel processo. Disgraziatamente, fin dalla caduta nel revisionismo del Partito Comunista degli USA, non c’è stato un genuino partito d’avanguardia della classe operaia negli Stati Uniti, e quasi tutti i gruppi che si definiscono marxisti-leninisti oggi sono poco più che sette. I tentativi più seri di costruire un tale partito, sebbene non siano mancati specifici lati deboli, sono stati compiuti dalle organizzazioni delle nazionalità oppresse negli Stati Uniti, quali il Partito delle Pantere Nere, il Congresso dei Lavoratori Neri, l’Organizzazione dei Lavoratori Rivoluzionari Portoricani, il Movimento 29 Agosto, I Wor Kuen, etc. Tuttavia, non ci sono attualmente organizzazioni di massa avanzate tra le nazionalità oppresse.

Non possiamo trattare la formazione di una organizzazione di avanguardia come una questione secondaria. Una simile organizzazione, che porta ad un vero partito marxista-leninista, sarà decisiva nella costruzione e nella direzione di un fronte unito. Sarà necessario battersi contro le tendenze allo spontaneismo ed alla ristrettezza locale, contro l’idea seondo la quale "posso fare meglio quello che sto facendo ora, nella mia particolare area di lavoro." Sfortunatamente, tali concezioni influenzano perfino alcuni dei nostri migliori elementi.

Lasciateci aggiungere poche parole sulla questione della sicurezza. Molti degli elementi delle esistenti organizzazioni rivoluzionarie sono già conosciuti dalle autorità. Non sarebbe difficile per costoro, nel momento in cui vogliono eliminare i residui diritti borghesi, fare semplicemente una retata della maggioranza di questi elementi, se lo reputano necessario. Noi dobbiamo servirci dell’opportunità di sviluppare nuovi quadri dall’interno delle organizzazioni di massa ed anche di stabilire alcune elementari regole di sicurezza. Non c’è ragione per cui ogni elemento reclutato tra le masse da una organizzazione d’avanguardia debba essere un personaggio pubblico, o che gli iscritti/e ad una tale organizzazione d’avanguardia necessitano di essere conosciuti dai propri colleghi. Elementi del genere potrebbe semplicemente apparire come sostenitori del lavoro di questa organizzazione. Chiaramente ulteriori tattiche devono essere sviluppate su tale questione.

Un autentico partito marxista-leninista dovrà essere basato su alcuni principi chiaramente definiti. Questi devono includere: per prima cosa, l’identificazione delle necessità del rovesciamento rivoluzionario dell’imperialismo e la instaurazione della dittatura del proletariato. Per seconda cosa, il riconoscimento della necessità di finirla con la collaborazione di classe ed il sostegno ai partiti politici della classe capitalista, specialmente i Partiti Democratico e Repubblicano. Per terza cosa, l’internazionalismo proletario, l’appoggio alle lotte dei lavoratori contro il capitale ed alle lotte di tutte le nazionalità e paesi oppressi sottoposti all’attacco dell’imperialismo. Infine, una organizzazione d’avanguardia deve essere costruita sulla base del centralismo democratico.

Questo significa che le questioni ideologiche del passato sono di poco conto o non importanti? Neanche per sogno, ma dovranno essere risolte principalmente sulla base delle questioni pratiche dell’ oggi, non sulle questioni storiche.

Il bisogno di organizzare lo studio

Noi abbiamo la necesità di organizzare lo studio, non soltanto per noi stessi ma per le nuove forze che vengono dalla massa lavoratrice. Ma ciò deve anche essere compiuto in modo diverso da come è stato fatto precedentemente. Nel passato, abbiamo spesso studiato alcuni classici del marxismo-leninismo, ma in modo astratto, separandoli dai problemi attuali. Noi dobbiamo capovolgere questa tendenza.. Per esempio, se noi solleviamo la questione dello stato, cominceremo ad esaminare la funzione dello stato oggi, come viene usato contro gli scioperi dei lavoratori, contro le rivolte delle nazionalità oppresse, contro i rivoluzionari ed i progressisti in casa ed all’estero. Poi esamineremo quelle parti, diciamo, di Stato e Rivoluzione che chiariscono che questa è una dittatura borghese e la necessità della dittatura del proletariato.

Oppure se prendiamo la questione delle classi, dapprima esamineremo la situazione delle classi negli Stati Uniti, quale classe (la classe operaia) è la produttrice di quasi tutta la ricchezza, quale classe (la borghesia) sfrutta il lavoro della classe operaia, quali sono gli strati sociali intermedi (piccoli proprietari e piccola borghesia professionale). Dovremmo studiare i cambiamenti che queste classi e strati sociali stanno subendo. Quindi esamineremo, diciamo, le parti del Capitale e di altre opere per chiarirci, o il Manifesto in relazione con i differenti rapporti di produzione storici.

Questo è quello che Lenin fece formando l’ Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia in Russia nei primi anni del 1890. I lavoratori avanzati misero sempre in rilievo che Lenin era in questo senso il migliore dei propagandisti, poiché esponeva idee in modo concreto. Questo ci permetterà di sviluppare radici profonde e quadri tra le masse lavoratrici.

Ciò di sicuro non vuol essere "l’ultima parola" su questo argomento. Chiaramente, un programma di rivendicazioni e di azioni per un ampio fronte unito deve essere sviluppato attraverso una approfondita discussione con le persone nelle diverse organizzazioni di massa, in differenti luoghi e terreni di lotta. Esso dovrà essere scritto in uno stile popolare e pratico. Questo vuole essere semplicemente un punto di partenza di un lungo processo. Ma ogni processo deve avere un primo passo. Cominciamo!

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